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domenica 21 ottobre 2012

Che non sono niente.


Potrei dirti che ho intervistato Giuliano nel lontano 2004, periodo in cui collaboravo con un periodico molto figo e, per questo, protagonista di una vita molto breve, chiamato "MOSAIKO".
Potrei dirti che li avevo conosciuti in un grande concerto rock, nel 2003 credo, all'Estravagario di Verona. Suonavano di spalla ai Negrita.
Potrei dirti che dopo averli sentiti al Ferrock di Vicenza, nel 2004, davanti a pochissima gente peraltro, sempre il buon Giuliano, sudatissimo, a fine concerto mi ha preso sottobraccio e mi ha portato a conoscere il resto della band in un gazebo di fortuna dietro al palco, il loro backstage dell'epoca.
Potrei dirti che già da "000577", il loro primo cd, avevo capito che sarebbero arrivati. Sì, sarebbero arrivati.
Quella per me era l'epoca del grande sogno della musica, del Panasonic GD35 scarico quando serviva, della Fiat Uno, delle speranze ancora troppo acerbe per essere già tradite.
Potrei dirti tutto questo e te l'ho anche detto.
Ma non è questo il punto. Il punto è che poi le cose cambiano, i Negramaro diventano qualcuno, le speranze si sfilacciano, Giuliano si ripete, i testi si svuotano, le musiche si caricano, le vocali lunghe resistono così come il falsetto quasi fastidioso, i duetti si sprecano.
Buona musica, per carità, nessuno dice il contrario. Non li ho persi di vista. Sono come quei piccoli angoli di paese che tu hai visto fin da bambino e che, se anche vengono in seguito stravolti da nuove costruzioni, dall'incuria o dall'usura del tempo, per te restano sempre preziosi.

E poi arriva questo singolo. L'ennesimo singolo apripista di un (lo scopro ora) best of. Perché se non fai un best of non sei nessuno a questo mondo. E ti aspetti i soliti verbi all'infinito (e qui ci sono, anzi, si sprecano), l'universo immaginifico di verdi conigli, ali, cuore, libertà, mondo. E anche questo c'è, tutto è ben apparecchiato.

Però poi c'è questo ritornello. Un ritornello ispirato. Un ritornello che mi ha portato a scrivere questo post:

"Oltre questa stupida rabbia per niente
Oltre l’odio che sputa la gente
Sulla vita che è meno importante
Di tutto l’orgoglio che non serve a niente

Oltre i muri e i confini del mondo
Verso un cielo più alto e profondo
Delle cose che ognuno rincorre
E non se ne accorge che non sono niente
Che non sono niente"


Ecco qua. Non aggiungo altro perché non ne vale la pena. Bravo Giuliano o chi per lui.
Io non sono ancora riuscito a mettere ordine nelle mie priorità e, lo so per certo, sto ancora rincorrendo tante cose che non sono niente. Che non sono niente.
E tu, come stai messo?

PS: mi scuso con quel paio di persone che attendevano questo post da un tweet di qualche giorno fa. Scusatemi, era in bozza da un po' però stava attendendo il momento giusto. Lui eh, il post, non io. Io il momento giusto devo ancora individuarlo.

Ciao.