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domenica 25 dicembre 2011

Ieri, 4 anni fa.

Ieri, 4 anni fa, è stato l'ultimo giorno veramente e pienamente felice nella nostra casa.
Un'esplosione di gioia comune scaturita dall'arrivo di una notizia bellissima che, purtroppo per troppo poco tempo, ci aveva fatto credere che potesse esserci un futuro finalmente positivo per Lei/noi.
Era la vigilia di Natale del 2007. Il 24 dicembre 2007.
L'ultimo giorno di gioia vera e piena.
Da quel giorno, dentro a queste 4 mura, la gioia si è presentata sempre a frammenti, a brandelli strappati a forza da tessuti ormai lisi.

Difficile andare oltre, in questo caso, davvero difficile.

Ciao.

lunedì 12 dicembre 2011

Un giorno.

Un giorno ti dirò cosa penso della gente che va dicendo che Babbo Natale, Santa Lucia e la Befana non esistono, che sono unicamente frutto dell'ingegno umano e, anzi, sono un modo come un altro per tentare di rilanciare un'economia stantia e fiacca.

Un giorno, non oggi.
Perché non oggi?
Perché tra 45 minuti passa Santa Lucia, ecchecca22o!
E io devo essere a letto quando arriva lei, sennò che gusto c'è?

Cheers.
tuto

mercoledì 7 dicembre 2011

Un paio di spunti..

..in attesa che la luna torni ad essere buona.

http://www.ilbuonocheavanza.it/

http://www.1caffe.org/

Perché se non ripartiamo dall'equità e dalla solidarietà, siamo destinati ad estinguerci molto velocemente. Tutto.

A presto.
tuto

martedì 15 novembre 2011

Cosa vuoi dirmi?



Sai che da qualche mese a questa parte io ho questa come suoneria del telefono.
Sai che l'altra sera l'ho sentita per radio 2 volte nel giro di poche ore.
Tre indizi fanno una prova: cosa vuoi dirmi?

Stanotte ho fatto un sogno strano, mi dicevi che andava tutto bene, che era tutto finito, che stavi bene. E io ti dicevo, ma se stai bene allora puoi tornare qui. E tu mi guardavi storto e mi rispondevi: "cosa stai dicendo Umberto? Sai bene che non è possibile".

E poi basta. Blackout.
Io non ci capisco niente, ho l'impressione di non averci capito mai niente.
Io spero solo che un domani, quando sarò preso per mano, tu potrai dirmi questo.

Cheers.

PS: un inciso. Quello del video è davvero un GRANDE uomo. Davvero.

venerdì 4 novembre 2011

Ho i capelli troppo lunghi.

Ma domani, cioè oggi, scrivo.
Te lo prometto. Mi prendo 10 minuti e scrivo.
Sarebbe un'onta troppo pesante da lavare quella di lasciare un mese pieno di blog vuoto.
Pieno, vuoto, come mi sento io spesso.

Tardiiiiiiiiiiii!
Notte.
umbe

venerdì 7 ottobre 2011

Inno alla vita.

(from http://www.avvenire.it/Economia/Pagine/muore-steve-jobs.aspx)  

"Eppure l’uomo che ha portato Internet nelle nostre tasche potrebbe non essere mai nato. Quando la studentessa americana 23enne Joanne Schieble si era accorta di aspettare un bambino da Abdul Fattah Jandali, un immigrato siriano, sapeva che tenerlo sarebbe stato impossibile. Ma anziché abortire illegalmente, Joanne ha avuto il bambino e lo ha dato in adozione a una modesta famiglia armeno-americana, che lo ha allevato con amore. Permettendogli di diventare quello che è diventato: Steve Jobs"

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Come ho avuto modo di "twittare" in questi giorni (pensa, il verbo "dire" si è trasformato nel verbo "twittare") non ho mai posseduto niente che fosse marchiato mela mozzicata, Apple insomma. E sono ancora vivo.
Non ho mai osannato Jobs. Non ho mai osannato Gates. Non ho osannato nessuno. Uso pc e nell'HTC ho Android. Cerco di non essere schiavo di niente.
Ma qui non c'entra la tecnologia.
Si parla dell'umano. Pur con tutte le possibili contraddizioni che ogni personalità famosa ed affermata si porta dietro (nel suo caso, purtroppo ci sarebbe il capitolo dei suicidi in Foxconn da sviscerare), è innegabile che Steve Jobs abbia contribuito allo sviluppo tecnologico dell'era moderna e sia riuscito a trasformare Apple in un marchio riconosciuto e riconoscibile.
Io di lui non conoscevo nulla, se non i suoi prodotti e la sua malattia (negli ultimi anni). Ma ieri ho scoperto il suo essere figlio adottivo, figlio "miracolato" in un certo senso se si pensa alle circostanze legate alla sua nascita.

Che dire? Un inno alla vita, come ha detto qualcuno che mi è vicino.

Ciao.

martedì 4 ottobre 2011

Musica = Vita = Speranza.

La musica mi ha salvato la vita. Certo, mi ha fatto stare (e mi fa stare) anche male, ma questo accade perché sono vittima dei miei disegni mentali, oltre che di angherie e di finte amicizie "di comodo".
Ma questa è un'altra storia ed è inutile (ri)parlarne in questa sede.
In questo piccolo post (questo post-ino, praticamente) volevo solo condividere con te una emozione molto forte che ho vissuto l'altra sera (domenica sera). Considera che, fortunatamente, in casa Piubello G. il TG1 non si guarda più, preferendo optare per il TG di LA7 che almeno le notizie (non tutte, ovvio) le trasmette.
Beh, non sempre il diggggitale terrestre (scoperta del ca22o del secolo, seconda forse solo all'asciuga orecchie) risulta d'aiuto, anzi, molto spesso decide ad minchiam di rovinare il segnale e di impedire a noi, tapini, di assistere al suddetto tg mentanista.
Fatto sta che domenica sera si era sul TG1. E ad un certo punto è partito, in zona gustigelato-caldochenonpassamai-estateinfinita-tetteculispiaggia, un servizio sulla prima manifestazione musicale in Afghanistan dopo tempo immemore.
Che dire? Ho sentito dentro delle vibrazioni fortissime. Vedere quei poveri ragazzi afghani, gioventù violate dall'illibertà alla quale sono stati sottoposti, dimenarsi a più non posso (quasi buffi, nel loro ancheggiare), scaricando la tensione accumulata da anni di bombe, talebani, sangue e morte..beh, mi ha emozionato, mi ha stravolto. Mi ha dato l'ennesima conferma che la musica può essere davvero vita e può donare speranza.
Ecco un video, pubblicato sul Corriere, in cui si parla di questo fatto:
http://video.corriere.it/torna-musica-vietata-talebani-/0d071780-edc5-11e0-8721-690dea02417b

Tutto qua, volevo solo condividere questi fremiti interiori. Occhi rossi d'emozione.
Se mi sentissero, direi a questi ragazzi di non smettere di sperare anche se posso solo provare ad immaginare quanto sia stata e sia dura.
Musica = Vita = Speranza = Riscatto = Ripartenza

Musica come equazione infinita.

Ciao, a presto.

PS: un abbraccio forte ad un amico, ad una delle persone che in questi ultimi 8-10 anni ho sentito più vicino nonostante la lontananza, più presente nell'assenza. E che spesso passa di qui. Un abbraccio Wilkie.
Sai che so. E sai che non ho parole. Se hai bisogno, comunque, ci sono. Un abbraccio, ancora.

venerdì 30 settembre 2011

Chi mi ama, mi followi e mi retwetti.

Non è che io non abbia cose da dire, ci mancherebbe. Proprio mi manca la voglia. Io mi ci metto anche d'impegno, sono spesso davanti al pc, leggo cose, penso, scribacchio in giro.
Forse il problema è solo mio, quando sento che potrebbe essere il momento buono per scrivere qualcosa mi irrigidisco all'istante e smitizzo istantaneamente ciò che avrei voluto scrivere.
Ti sembro una persona facile, vero? Ecco, appunto.
Pesci. Io pesci. Non Joe Pesci, io pesci.

Stammi bene e se mi ami, followami.
Ma anche no!

domenica 11 settembre 2011

Nuova unità di misura.

Tempo necessario per il taglio completo dell'erba del giardino = ascolto completo del cd (splendido) "The last broadcast" dei Doves

Amen.

Buon weekend!
umbetuto

venerdì 2 settembre 2011

Cosa ti succede?

Potrei parlarti più diffusamente dell'esperienza Sermig, rifatta quest'anno.
Potrei presentarti ciò che ho vissuto con Maria e con altri amici nel cammino "Costruire l'amore" a San Pancrazio.
Potrei farti sapere che ho iniziato lo stage in una cooperativa sociale e che la cosa mi fa davvero un grande piacere.
Potrei parlarti dei mille pensieri che affollano la mia mente in questi giorni tra cui segnalo:
- ma perché così tanta gente in giro per le strade in bicicletta con borse e borsoni tipo "viaggio intorno al mondo"?
- ma se questo beneamato Governo ha così difficoltà a fare una manovra, non può mica assumere un camionista bravo?
- ma vale la pena di sbattersi per una vita cercando di essere una brava persona se poi basta un attimo per perdere tutto?

Potrei parlarti di tante di queste cose e anche di più. Potrei.
Ma stasera devo sapere una cosa: cosa ca22o ti succede stramaledetto Winzoz 7?
Perché vuoi mettermi così in difficoltà?
Perché vuoi intristirmi così tanto?
Cosa ti ho fatto di male?

Te possino.
Notte.

venerdì 26 agosto 2011

Un minuto e sono da te.

Dammi qualche minuto ancora, qui ci sono parecchie novità e parecchi impegni da gestire.
E poi 'sto caldo maledettamente normale essendo in agosto.
Eh sì, è proprio vero che la normalità non ci attira più.

Dammi un minuto e sono da te.

Cheers.

venerdì 12 agosto 2011

Cinque giorni che ti ho Sermig..

..mille lacrime cadute ed io, inchiodato a teeeeee.

Ci sono tornato, ci siamo tornati. Le solite cose, il solito bene fatto bene, un solito però che fa davvero BENE, che dà speranza, che fa credere che un altro mondo sia possibile.

Ed il mondo sa essere davvero infame e le scene da far west che ho visto anche ieri sera lì nella zona di Porta Palazzo non fanno altro che confermare la mia idea.

Però non ci si può accontentare. Non ci si deve accontentare.

"Non abbiate paura del male che c'è nel mondo, abbiate paura del bene che manca" (Don Oreste Benzi)

Sermig, mi sa che non c'è due senza tre.


giovedì 4 agosto 2011

Il ritorno del vero Natale, Natalino.

E le scoperte, fuori tempo massimo, che tanto tanto mi fanno felice.

ANCHE NATALINO è MANCINO!
ANCHE NATALINO suona LA CHITARRA DI DX (e anche il BASSO).
ANCHE NATALINO è un pò COME ME.
Anzi, anche io forse sono un pò come lui.

Ed ecco l'ultimo suo singolo. Oddio, ad un primo ascolto non sembra proprio "Don't look back in anger" però chissene, quando uno è innamorato è innamorato.

E si canta, si canta in allegria.
Con 'sto caldo che ti porta via!

Cheers!

mercoledì 3 agosto 2011

mercoledì 27 luglio 2011

Quanto manca?

Dammi ancora qualche giorno. Facciamo fino al 3 agosto. Passato il 3 agosto sarò finalmente produttivo. Che poi tutto sta nel mettersi d'accordo sui termini. Che significa essere "produttivo"?

Ci sono certe notizie che fanno gelare il sangue (trova l'intruso).

In certi periodi è meglio non farsi troppe domande. Anzi, è meglio non farsene nessuna.

Mi rimetto a studiare.
A presto.


lunedì 18 luglio 2011

Donne du-du-du.

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PRE-EDIT: è stato rimosso il video che avevo postato qui sopra. Peccato. Comunque, se ne hai voglia, cerca su Youtube "Japan Usa World Cup 2011".

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Alza la mano se eri a conoscenza del fatto che ieri sera si è giocata la Finale del Campionato del Mondo di calcio femminile. Dai, abbassala, che non ti crede nessuno.

Tralasciando la considerazione che, vedendo certi spezzoni di Coppa America di questi giorni, questa partita, anche solo dagli highlights, mi è sembrata decisamente più avvincente, tralasciando l'ulteriore considerazione che se penso alle ultime due finali di Campionato del Mondo maschile (Italia - Francia 1 - 1 e Spagna - Olanda 1 - 0), devo ammettere che questi highlights restituiscono la sensazione di una partita che da sola è valsa molto più dei due match appena ricordati, tralasciando l'aspetto "lirico" derivante dal pensiero che non più tardi di 4 mesi fa il Giappone aveva ben altri problemi a cui far fronte, tanto di cappello al movimento calcistico femminile.
Quello che non è generalmente professionistico, quello in cui le donne che giocano in serie A in Italia (tranne qualche raro caso) prendono meno di 1000 € al mese, il fratello sfigato, povero e dileggiato del calcio maschile.
Mai sentito parlare di qualche "velino" che si prende una cotta per una calciatrice? Ecco, appunto.

Ma una riflessione si staglia nella mia mente, troneggiante come la panna montata su di una coppa gelato alla fragola:
- l'Italia maschile vince i Mondiali del 2006 e si risolleva in seguito allo scandalo di Calciopoli;
- il Giappone femminile vince i Mondiali del 2011 e si risolleva in seguito alle sciagure del terremoto e del conseguente tsunami.

C'è qualcosa che non torna. Anzi, mi sa che torna. Come un boomerang. Ah, aspetta però, i boomerang sono australiani.

Quando si parla di grandi nazioni.
Forza Japan, forza Holly&Benji, forza il sudoku!

PS: per inciso, a distanza di 5 anni noi (macché noi, loro! Il "palazzo", gli intertristi e gli juventinisti, gli avventoribaristi, gli aficionadosdabarsport) siamo ancora qui a inca22arci per capire se era più ladro Moggi o se era più onesto Facchetti o se era più furbo Meani.
Non se ne esce, non se ne esce.
Povera Patria.

venerdì 15 luglio 2011

Tra ieri ed oggi.


Tra ieri ed oggi ho assistito a due eventi, come direbbe Carmen Consoli, "considerevoli".
1) un concerto di idiozie simpatiche che sono riuscite a generare in me un'ilarità davvero notevole;
2) un insieme armonico di parole ed arie ben pronunciate, intonate, un'unione mistica di oralità ed estetica padano-milanese, una padronanza dei mezzi che ogni volta mi sorprende di più, una capacità tecnica invidiabile..

Facciamo un gioco. Tu fai il matching tra 'sti due eventi.
Ai primi 50 che azzeccheranno le accoppiate evento-riflesso multimediale in regalo un portaombrelli in ghisa del peso di 5 tonnellate!


In realtà volevo scrivere diverse cose serie, ma sono davvero triste stasera e non ho intenzione di peggiorare la situazione. Perché non è mai troppo consigliabile essere troppo seri quando si è tanto tristi. Chi lo dice? Io.

Cheers.

martedì 5 luglio 2011

Pulvis(curri)culum vitae.

10 cose che so fare:
1. so cambiare una lampadina;
2. so suonare alcuni strumenti musicali;
3. so arrampicarmi sugli specchi;
4. so come ingannare il tempo;
5. so scaldarmi una pizza al microonde;
6. so tagliare l'erba in giardino;
7. so essere ordinato;
8. so tenere il broncio;
9. so prendermi poco sul serio;
10. so come scrivere un post su blogger.

10 cose che non so fare:
1. non so toccarmi il naso con la lingua;
2. non so stirare (bene) una camicia;
3. non so ricordarmi delle ricorrenze;
4. non so suonare il sassofono;
5. non so orientarmi per strada;
6. non so far finta di piangere;
7. non so ricordarmi i nomi delle persone appena conosciute;
8. non so impostare una lavatrice;
9. non so resistere al cioccolato;
10. non so scrivere un post intelligente su blogger.


giovedì 30 giugno 2011

Mi consumo per te.

(mode passato remoto on)

Tempo fa (saranno passati due anni circa, forse qualcosa di più) mi recai in un negozio di articoli sportivi per acquistare un paio di scarpe da calcio considerato che purtroppo quelle che avevo preso predecentemente (e che mi erano costate qualcosa come 90 euro) nel giro di un anno mi si erano praticamente sbriciolate sotto i piedi. Siccome non riesco a tenere per me le riflessioni che faccio, raccontai alla gentile (ma neanche tanto, se ci penso bene) commessa della mia "disavventura" sportiva immaginando già la sua reazione, un misto di sorpresa ed uno sguardo attonito che avrebbe potuto significare: "ma guarda questo, non riesce a tenere la roba come si deve, si vede che è uno che di soldi ne ha e li spende come niente fosse" (ricchezza del tutto relativa, peraltro). Mi preparai già al peggio. Puoi immaginare il mio disorientamento, a questo punto, quando mi sentii dire invece: "eh guardi, le sono durate anche parecchio sa. Io adesso (era marzo, n.d.r.) sto vendendo tantissime paia di scarpe a gente che le ha comprate in ottobre. Ormai le scarpe da calcio durano 3/4 di stagione, non di più, la loro vita è quella".
Superato lo shock mi ricompattai e scelsi un paio di scarpe da 50 euro seguendo la logica che "tanto visto quello che durano, conviene non spenderci poi molto".

(mode passato remoto off)

Perché questo racconto? Boh. Ah sì, ora ricordo.
Primo motivo: stasera ho partecipato all'ultima partita di un torneo di calcetto nel mio paese, un contesto molto amatoriale per la verità. Si gioca per sudare, per far calare la panza (almeno la mia), per divertirsi. Siamo arrivati terzi (su quattro squadre, olé) vincendo la finalina per 4 a 3, una finalina incredibile perché a 3 minuti dalla fine del 2° tempo perdevamo 3 a 1. Poi doppietta mia (i piedi, seppur piatti, per fortuna sono ancora buoni) e poi golden goal alla prima azione dei supplementari. Una partita assurda, davvero. E giocata con le scarpe di cui sopra. Aperte nel tallone. Ho scoperto stasera questo lieve problemino e non avevo proprio voglia di fare un salto a comprarne un paio di nuove. Praticamente mi sembrava di giocare in ciabatte.

Secondo motivo: il ripensare all'episodio passatoremoticamente esposto mi ha suscitato dentro una riflessione, se vogliamo, banalissima: quanto consumiamo? Scarpe, vestiti, stecche di cioccolata, acqua nella doccia, caffè al bar, carta per le fotocopie, energia elettrica in stanze perennemente vuote, ecc ecc ecc ecc ecc etciù.
M poi, soprattutto, quanto CI consumiamo? Questo, a mio modestissimo avviso, è il VERO dramma (oddio, non che l'altro sia da sottostimare, sia chiaro). Se penso a come ho gestito alcune relazioni del mio passato non posso negare di aver percorso anch'io questo sentiero fatto di autoflagellazioni, di mivabenetuttobastachestaiconme, di pensoatuttoionontipreoccupare, di senzaditenonsareinulla. Ma se ghe pensu adesso, se mi guardo indietro, non posso che essere fiero di poter dire che in questo momento sto cercando di impostare le relazioni quotidiane seguendo il più possibile un percorso che mi veda in equilibrio, che mi permetta di vivere con gli altri, con l'Affetto, con gli affetti senza però lasciarmi sopraffare da essi. Ritorno a me. Credo sia davvero importante ritornare a se stessi.
Perché tutto si consuma, le scarpe da calcio come le nostre esistenze.
E se per le scarpe da calcio, come ho imparato due anni fa, non si può fare molto, forse sulla mia esistenza un pò di "margine di manovra" ce l'ho.

Adesso vieni a dirmi che però consumarsi per l'amore e bla bla bla e l'amore della vita e bla bla bla e amore come anarchia badabadabadan e dillo alla polizia badabadabadan e struggimento e desiderio d'infinito.
Tutto giusto.

Ma poi ci sei tu.

Goooooooooooooooooooooooooal!

mercoledì 29 giugno 2011

Redemption Song.

Ci sono certi cantanti che, beh insomma, riesce difficile digerire.
Ci sono cantanti dei quali non si riesce a comprendere mai il reale talento.
Ci sono cantanti che riescono a tradirti molto più di quanto possa fare una fidanzata.
Ci sono cantanti di cui non sai mai che dire perché "eh sì, ha fatto due canzoni, chettedevodì".
E poi c'è Gianluca Grignani. Uno che inizia la carriera con un paio di ballate spaccacuore (e guai se dici spaccaballe perché vengo lì e ti riempio di carezze con un mazzo di ortiche), di quelle che se le canti per bene con la luce giusta con la chitarra giusta con la ragazza giusta potresti anche sentirti un figo, per poco tempo ma un figo. Poi pensa bene di darsi ad un rock incazzoso, distorto ed effettato, di cui presentiamo una diapositiva:

Poi varie cosette (poco ascoltate per la verità, forse perché poco ascoltabili) e poi il patatrac: "ti raserò l'aiuola....badabadabadan....quando ritorni da scuola....badabadabadan....ok ti voglio bene....badabadabadan....ma molla le tue amiche sceme....badabadabadan...." (cit.)
Ah, a scanso di equivoci il badabadabadan è una mia licenza poetica.
Ma dico io. Ma perché ti sputt*ni una carriera costruita faticosamente best of su best of con quattro righe degne del miglior Lou Bega?
Poi le storie di coca (non cola, peraltro), i figli, altri cds, altri best of, raccolte, live, esibizioni ai limiti dell'improponibili, di cui riportiamo un'ulteriore diapositiva:

E poi, che succede? Che Rino Gaetano, che non smetteremo mai di ringraziare (postumamente) per il suo immenso talento, riesce nell'impresa di redimere pure il bel tenebroso rockettaro dell'aiuola, delle siepi e delle amiche sceme:

Ecco stop, basta. Tanto per far capire che la voce c'è. Se solo non ci fossero tutti 'sti mutui casa da pagare e se gli "artisti" non sentissero il bisogno di uscire troppo spesso di sè, forse il mondo sarebbe migliore. Forse. Forse.

EttiamoMarioooooooo, oh oh oh oh.

PS: forza eh. Per quello che sappiamo noi. Non mollare mai.

sabato 25 giugno 2011

Cuanta pasiòn en la vida.

E perché, mi chiedo, spesso e volentieri essa viene frustrata?
Stasera, stanotte, qualche minuto fa, ho visto in tv due puntate di un programma che si chiama "Il Testimone" e che va (o andava? Sono repliche queste? Non lo so) in onda su MTV. Beh, devo ammettere che se la gran parte delle volte vado a letto alle due e mi sento un emerito pirla, questa sera sono stato felice di aver fatto le ore piccole.
Ecco qua.



Settimana molto piena, la prossima non sarà meglio ma credo e spero di poter scrivere con più costanza. Ah, qualcuno vuole venire al Sermig quest'estate, dall'8 al 12 agosto?

Un ultimo, doveroso, saluto: ciao Michele e grazie per tutto. Mi ha davvero colpito al cuore oggi la notizia della tua prematura scomparsa. Sit tibi terra levis.

lunedì 20 giugno 2011

Perché?

1. Perché no?;
2. Per il gusto di sottolineare, per l'ennesima volta, che -perché- si scrive con l'accento ACUTO;
3. Perché non c'è due senza tre e, visti i precedenti, sembra proprio il caso di dar vita a questo tre;
4. Perché il ritorno a Sirmione di oggi, l'atmosfera catulliana, l'orizzonte lacustre, tutte queste cose hanno risvegliato in me il desiderio di scrivere qualcosa per i fatti miei;
5. Perché non è mai troppo tardi per andare oltre.

Ecco, di generazione in generazione, Tuto.

Ciao.
umberto